La Mindfulness fa riferimento ad un aspetto della meditazione che è l’attenzione ad un oggetto, persistente, continua e calma.
È la capacità – che si sviluppa praticando la meditazione – di essere “mindful”, di tenere a “mente”, non dimenticare, l’esistenza dell’oggetto di meditazione.
La mente (che non è solo il cervello o le idee per buddisti) ha una natura evolutiva, tende a cambiare oggetto costantemente, a muoversi come una scimmia di ramo in ramo, da oggetto a oggetto, perdendo focalizzazione.
Awareness indica un’altra attitudine, quella di essere “aware”, aperto e consapevole di tutti gli eventi che si presentano alla consapevolezza. Significa essere in grado di cogliere tutto ciò che si presenta alla coscienza includendo sensazioni, percezioni, emozioni e pensieri. La capacità di essere aperti, ricettivi di processi che comprendono il pensiero razionale e la corporeità dell’individuo.
La contraddizione tra mantenersi focalizzati e l’essere aperti a tutto ciò che si presenta alla nostra coscienza è in fondo apparente, sono due aspetti di un processo che si affina negli anni: la capacità di diminuire la propria reattività (paura, rabbia, ansia, timore) al mondo esterno ed assaporarne il senso momento per momento, escludendo il meno possibile, restando aperti.
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